La Crusca d’Avena: molto più che segatura

La crusca d’avena è un altro di quei cibi che meritano un posto nella top-10 degli alimenti intelligenti. Vediamo perché.

Innanzitutto con il termine crusca viene intesa la parte esterna dell’involucro dei chicchi dei cereali, in questo caso dell’avena. Tant’è che a vederla sembra di mangiare segatura.
Per essere proprio precisa, va detto che non è considerata un vero e proprio alimento, cioè non troverete in nessun ristorante un bel piatto di segatura al pomodoro, ma ha tante qualità che la rendono un ottimo coadiuvante per un’alimentazione sana.
All’origine delle sue favolose proprietà c’è l’alto contenuto in fibre solubili, tra cui le più intelligenti sono i beta-glucani (sappiate che la parola intelligente ricorrerà volgarmente spesso nel mio sito, per ovvi motivi).
Le fibre sono lunghe catene di polisaccaridi (alias zuccheri, ma diversi dal glucosio, che è la prova del Demonio sulla Terra per quanto riguarda le diete) che il nostro corpo non è in grado di digerire e di conseguenza rimangono intatte lungo il tratto digerente. Questa caratteristica spiega una delle sue proprietà utili alla nostra salute: la capacità di pulire l’intestino. Non essendo digerite (e quindi ridotte a pezzettini) rimangono così come sono e agiscono da vere e proprie scope, spazzando via i residui di cibo e alcune sostanze cancerogene presenti nelle materie fecali, ragione per cui il consumo di fibre riduce il rischio di cancro al colon-retto.
Oltretutto la crusca d’avena regolarizza il transito intestinale favorendo la motilità, combatte e previene fenomeni di stipsi, togliendoci il rischio di implodere da un momento all’altro.
Altra chicca è il fatto che il beta-glucano sia idrosolubile: questo significa che ha un’elevata capacità di assorbimento di acqua a livello gastrico e intestinale (assorbe acqua pari a 20 volte il suo volume) quindi se la crusca viene consumata durante un pasto, una volta che arriva nello stomaco, si riempie d’acqua e crea una patina gelatinosa che ricopre le pareti dello stomaco, si gonfia e dona un rapido senso di sazietà che sappiamo essere fondamentale per la riuscita di un regime dietetico, dato che a decretarne il fallimento il più delle volte è la fame nervosa che vanifica sforzi e sacrifici rendendoci serene e felici come una femmina di T-rex in quei giorni lì. La patina, inoltre, grazie alla sua elevata viscosità, oltre a fornire  un’azione protettrice per le pareti del colon dalle sostanze cancerogene citate prima, intrappola e diminuisce  l’assorbimento degli zuccheri, migliorando la risposta dell’insulina (meno zuccheri assorbiti = meno insulina prodotta) riducendo i fattori di rischio per il diabete o, eventualmente, aiutando i pazienti diabetici a controllare i livelli di zuccheri nel sangue.
Ma non finisce qui! Questa patina viscosa intrappola anche i grassi riducendone il livello nel sangue e oltre a ridurre l’assorbimento del colesterolo, vengono fregati pure gli acidi biliari, che sono degli emulsionanti necessari alla digestione che vengono sintetizzati nel nostro corpo a partire proprio dal colesterolo stesso, così la loro rimozione dall’apparato digerente costringe il corpo a sintetizzarne altri… e da dove prende il colesterolo? Dal sangue, abbassando la colesterolemia e riducendo il rischio di patologie cardiovascolari. Geniale.
E come se tutto questo non bastasse a far nascere in voi il desiderio irrefrenabile di crusca d’avena, sappiate che questa contiene anche un cocktail unico di antiossidanti tra cui le avenantrammidi (se avessi un gatto lo chiamerei così) che impediscono alle LDL (il colesterolo perfido) di trasformarsi nella forma ossidata che danneggia le arterie, il che poi porta all’aumento di rischio di aterosclerosi.
Tutto questo, chiaramente, riducendo anche l’apporto calorico del pasto stesso. E sappiamo quanto questo concetto ci piaccia.
La crusca d’avena è tralaltro il primo alimento naturale ad aver ricevuto il marchio dell’American Heart Association, riconoscimento che permette ai produttori di consigliarla nella prevenzione delle malattie cardiovascolari senza essere arrestati.
Va detto però che la crusca d’avena, non essendo aria fritta, fornisce comunque calorie (una trentina a cucchiaio) dunque chi che segue una dieta dimagrante deve prestare attenzione alla quantità consumata in modo da non darsi la zappa sui piedi quando le calorie apportate dalla crusca superano quelle che questo favoloso alimento riesce a trattenere. Per avere moglie piena e botte ubriaca, e quindi per trarre il massimo beneficio dalle qualità delle fibre che contiene senza subire gli inconvenienti di un consumo eccessivo, il consiglio è di non sguazzarci dentro ma di non superare 2 cucchiai pieni, ossia 3 rasi, al giorno. Altrimenti sto sprecando le mie smaltate ditine a scrivervi tutte queste perle di saggezza all’una e mezza di notte (dormire è per i pivelli!).
Ma, in tutto ciò, per quanto favolosa sia, sempre segatura è.
Al contrario di quanto possa sembrare, si può usare in tantissimi modi in cucina: può essere consumata da sola (nel latte, nello yogurt, negli infusi, nella minestra o nelle insalate) o miscelata alla farina di grano tenero per la preparazione del pane e dei prodotti fornari, nonché aggiunta alle uova per la frittata o per fare delle crepes salate insieme a maizena e acqua.
Quindi compratevi la crusca d’avena, e anche se vi sentirete delle mucche a ruminare segatura nel latte la mattina, sappiate che potete sentirvi delle mucche estremamente intelligenti.

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